Oggi non sono stata tanto bene: nel sonno pesante di quando non sei in forma fisicamente ho fatto tutta una serie di sogni mirabolanti e confusi: pezzi del mio passato lavorativo rielaborati in chiave fantasy. Al mio risveglio, ancora con la nausea addosso, mi sono chiesta "ehi come va?" Ho provato un forte senso di malinconia, tristezza e sono implosa dentro di me.
Quello che provo è come quando scatti una fotografia: c'è qualcosa che ti chiama ma non è detto che quello scatto diventerà una BELLA fotografia se non intervengono tutta una serie di altri fattori.
La difficoltà maggiore che si incontra facendo un tipo di scelta come quella che ho fatto io, e che molti altri hanno fatto prima di me, è che devi ininterottamente fochettare: si perde continuamente la nitidezza di visione.
Ciò che vedi è molto labile: focalizzi bene la strada per un secondo ma una frazione di secondo dopo tutto torna ad essere confuso.
Un'altra difficoltà con cui mi imbatto di frequente è il continuare a credere in se stessi, nonostante magari risultati non sempre eccellenti. E' difficilissimo non sfiduciarsi di fronte ai fallimenti. Ma.... Mi rendo conto che ci vuole tempo: tempo per maturare come esseri umani, tempo per far sedimentare tutto il bagaglio tecnico e metterlo in pratica, tempo per definire il proprio modo di vedere le cose (in fotografia in senso letterale).
A volte mi chiedo se tutto lo sforzo che ho fatto e sto facendo servirà a qualcosa: a volte mi chiedo se questo talento c'è davvero o se è solo una proiezione di quello che vorrei ci fosse.
Adesso che sono dentro questo grosso processo di cambiamento lo vorrei fare bene perchè quella è la mia forma mentis... Ma....Quello che mi auguro è di riuscire sempre ad accettare con un sorriso i milioni di sbagli, errori, imperfezioni che ci saranno lungo la strada.... Perchè l'unica cosa che posso continuare a fare è scattare fotografie.
PS. La foto di su fa parte del mio nuovo lavoro "I'm living in you"
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