domenica 31 gennaio 2010

Fatturare!!!!!

Settimane dissestate, di difficile respiro. Il senso di inadeguatezza accompagna ogni pensiero.
Prima o dopo ci dovevo sbattere contro il muro della realtà e del senso pratico della pagnotta.
La mobilità tra un po' finisce e con quello inizia la responsabilità di vivere facendo fotografie.
Sicuramente i prossimi mesi di coccola-da-mobilità li investirò nella costruzione di un nuovo business: devo farmi il sito, parlare con un commercialista e imparare questa lingua fiscale fatta di acronimi e sigle di cui comprendo l'importanza ma non l'impatto reale nella mia vita. Ammortamenti, previsioni di spese non fanno parte della mia forma d'anima ma sono obbligata a parlarci. Sono i miei nuovi compagni di viaggio e sebbene a pelle li senta già fastidiosamente sempre precisi, noiosi e pronti a sottolineare i miei errori.... beh fanno parte del pacchetto.
Un conto è essere un ingranaggio del processo: un conto è essere tu stesso tutto il processo.
Un conto è fare fotografie per passione: un conto è fare della fotografia la fonte dei tuoi vestiti, delle tue bollette e del tuo cibo.
Solo ora comprendo con una spiazzante lucidità il senso di queste cose che se non ci sbatti la testa dentro le intuisci ma non le comprendi mai veramente fino in fondo.
Eppure me l'avevano già detto molte volte. Eppure in realtà la fotografia non è ancora il mio lavoro ma cacchio... è tutto così tremendamente chiaro ora.
Tanto che guardo il mio book con sconsolata insoddisfazione: è pieno di sperimentazione (e in quanto tale non sempre riuscita) e poco intriso di reale praticità e utilità alle vendite. Ci dovrò dedicare del tempo a inventarmi delle fotografie più commercialmente interessanti.
Tutto questo toglie un po' di magia alla questione ma forse si tratta solo di adattare il sogno ai confini della sopravvivenza economica: a patti bisogna scendere con qualcuno o qualcosa e ora non posso rimandare più.

sabato 30 gennaio 2010

Ops



Mi ero persa e ora mi sono ritrovata.

Il mio vagabondare tra Verona e Venezia mi crea un po' di instabilità: forse dormire nel letto, che ha fatto da compagno di lacrime della mia adolescenza, un po' mi inquieta. E' sempre tutto uguale a Madonna dell'Uva Secca... nel bene e nel male.

Sono stata profondamente in crisi negli ultimi venti giorni: un po' la pressione della fine mobilità che si avvicina, un po' l'attenzione morbosa a quanto internet può fornire di utile e di buono per il mio nuovo lavoro che a volte mi/ci distrae a me e al mio amore e un po' di buona e sana insicurezza.
Ho ricevuto da una persona che stimo molto professionalmente, delle critiche lucide, dirette, perfettamente calcolate sul centro del bersaglio che non era solo il mio modo di fare fotografia.. ero io nel mio modo di fare fotografia.
Fuggo... ma quel maledetto controllo logico mi segue sempre e non si stanca di confondermi la vista e il sentire.

Ma ora che è passato il dolore acutissimo iniziale da caduta... sono di nuovo in piedi.

A giorni penso che ce la farò. A giorni il pensare di non farcela mi crea forti instabilità.

Nella caduta dei giorni scorsi ho trovato però nuovi stimoli di crescita e qualcosa dentro è cambiato: un nuovo piccolissimo infinitesimo passo in avanti.

Ho perso il conto prima erano 247 giorni... ora non lo so più...


venerdì 15 gennaio 2010

Azione!

Mi sfuggono i giorni ora che il corso di video riempie il mio tempo. Non ci sono quasi mai di fronte al mio PC a scrivere. Questo nuovo sapere mi sta dando più di quanto avrei immaginato: sta riempiendo dei buchi e sta saldando ermeticamente e definitivamente il mio legame al visivo.
Imparo tanto e deposito tutto lì, in qualche parte della mia testa: lascio sedimentare tutto quello che ascolto ogni giorno, perché prima o poi mi servirà ne sono certa.
Oramai manca poco alla fine di questa pre-avventura e mi sembra di avere fatto così tante cose che non realizzo che, in fondo, il bello deve ancora arrivare.
Tra qualche mese non sarò più nutrita al seno e dovrò iniziare a trovarmi il cibo da sola... come uno grande che bada a se stesso, e come ho sempre fatto in fin dei conti dai miei 19 anni in avanti.
Guardo con serenità e incoscienza al mio futuro perché dentro di me, so che ogni cosa è al suo posto e tutto andrà come deve andare nel bene e nel male.
SI PERCHE' TUTTO ANDRA' DA SE'... non te lo so spiegare il motivo ma è così.
Vincere l'inerzia da assenza di movimento è stato più faticoso di quanto lo sarà ora far girare il meccanismo.
Buona notte mio piccolo meraviglioso essere umano.