martedì 27 aprile 2010

SolfitiFunk_In_motion


SolfitiFunk_In_motion
Inserito originariamente da silvia pasquetto
SolfitiFunk è una band di recente formazione, fatta di persone simpatiche e soprattutto talentuose.
Ho avuto la fortuna di passare un venerdì sera in sala prove con loro e di rimanere piacevolmente sorpresa (diciamo pure a bocca aperta) di fronte alla loro performance.
Bravi musicisti e una voce potente e molto performativa alla guida.
Stanno preparando il loro repertorio e ci auguriamo di vederli presto sui palchi della riviera del Brenta (e non solo).
Da parte mia un grazie per avermi dato la possibilità di fare delle fotografie in un momento di transizione un po' particolare in cui mi ero (momentaneamente) bloccata.
In bocca al lupo ragazzi!

lunedì 26 aprile 2010

Fame di luce


Fame di luce
Inserito originariamente da silvia pasquetto
Ho fame di luce.
Ho fame di crescere.
Ho fame di trovarmi.

lunedì 12 aprile 2010

Sulle difficoltà tecniche di aprire uno studio fotografico

Non so se quello che scrivo potrà mai essere utile a qualcuno, ma preferisco condividerlo per averne memoria io e magari evitare o velocizzare il processo per qualcun altro.
Premetto che i fotografi, con la legislazione attuale, vengono nella maggior parte dei casi inquadrati come artigiani. Ovviamente ce ne sono alcuni, che per la tipologia di lavoro, sono inquadrabili come liberi professionisti (perché dediti soprattutto ad attività di pensiero) e poi ci sono i fotoreporter che però non ho capito bene quando e perché per cui non ci perdo tempo per dare info che poi magari non sono corrette.
Per maggiori informazioni in questo senso, consultare il sito www.fotografi.org dell'associazione nazionale fotografi professionisti sempre molto aggiornato in temi attinenti alla fotografia professionale a 360 gradi.
Una cosa è certa Silvia sarà un'artigiana e vorrebbe avere uno studio suo.
Ero partita con l'intenzione di condividere uno spazio con un'amica: noi aspiranti fotografi di mestiere abbiamo tanta volontà, molto entusiasmo ma budget limitati per cui mi sembrava una buona idea dividere le spese. Senza contare che io e la mia amica Alessia ci siamo autosomministrate un piacere mentale infinito nel teorizzare una filosofia su quanto il luogo di lavoro condiviso funzioni da catalizzatore di idee per tutti. Diciamocelo ci siamo masturbate mentalmente con questa idea :-) Peccato che il mio commercialista prima e l'associazione artigiani poi, abbiano presto smontato la nostra idea perché, con grande rammarico, abbiamo scoperto che mentre soluzioni di condivisione sono possibili per i liberi professionisti, per gli artigiani la legislazione è un pò più restrittiva e quindi un artigiano=un numero civico= un contatore per le bollette. L'unica soluzione sembrerebbe essere fare società ma questo, oltre a costi aggiuntivi, cambiava l'impostazione che ognuno voleva dare alla sua attività.
Prima difficoltà: gli investimenti in affitto, bollette, seppur calibrati e consapevoli, sono maggiori di quanto avevo calcolato :'-(
Superato e accettato questo (d'altra parte il rischio c'è si sa e bisogna correrlo), dopo mal di stomaco e mal di pancia durati un paio di giorni... ho identificato un'area che mi piaceva e sembrava potesse essere un buon luogo per dare la possibilità alla mia piccola impresa individuale di partire.
Bene.... un nuovo mostro appare all'orizzonte la destinazione d'uso del luogo..... Ammazza e che è sta' robbba????? Ho simpaticamente scoperto che ogni luogo nasce con una funzione precisa che lo identifica. L'area che ho scelto è un negozio e andrebbe convertito a laboratorio o cmq passato da un inquadramento commerciale a un uso artigiano. E non so ancora se il proprietario avrà la passione di farlo perché ci sono costi da sostenere e gli cambia l'accatastamento dell'area.
Seconda difficoltà: non ho fatto una ricerca mirata sulla destinazione d'uso.
Quindi dopo avere perso circa un mese e mezzo per arrivare a queste semplici conclusioni (vi tralascio la via crucis tra comune, usl, agenzie e commercialista) attendo di sapere se il proprietario vorrà fare il cambio di destinazione d'uso.
Se non va, cercherò in futuro miratamente luoghi ad uso artigiano.
E' una strada lunga e impervia ma non mollo. Mi sembra di avere capito che uno dei tratti che rende un fotografo vincente è la sua determinazione... e ce n'è ancora.

venerdì 9 aprile 2010

Aspettare

Una delle cose più difficili quando cerchi di realizzare il tuo sogno è aspettare.
Sì perchè nella tua testolina vorresti che già tutto fosse sistemato e saltare direttamente dalla fase nessuno-mi-fila alla fase qualcuno-mi-fila (forse). E invece no cari amici!
Ci sono giorni brulicanti dove senti proprio il movimento sotto i tuoi piedi e giorni, tipo oggi, dove tutto è fermo, immobile, mare piatto all'orizzonte.
In questo senso mi sento come quando avevo sei anni e dal basso guardavo i miei genitori e dicevo tra me e me "Beh diventerò grande anch'io un giorno" provando un forte senso d'impazienza. Caspita è lo stesso oggi per me.
Quindi o soffro di una crisi da sindrome di Peter Pan tardiva oppure evidentemente mi sono davvero resettata allo zero.
La cosa che più mi fa soffrire quando tutto è fermo come oggi, è che quel fottuto senso del dovere che mi rosica il cervello e mi dice "Hei bella non vorrai mica buttare via una giornata di lavoro vero'!?" e poi penso "Non ho idee realizzabili per fotografie ora" e allora mi butto giù e mi parte un trip mentale da cui ne esco asfissiata.
Cristo Santo non potevo essere un po' più scialacquona ed essere meno dedita alla responsabilità???
E allora basta adesso esco a prendere un po' d'aria che ad oggi è l'unico rimedio efficace per lo psico-trip :-)
Buon pomeriggio a tutti.


martedì 6 aprile 2010

In cerca di una nuova stella polare

Quando iniziò il mio cammino di crescita, che mi portò ad essere quello che sono oggi, ero convinta di avere trovato un modo per decodificare la mia esistenza e per darle un senso.
Volevo vivere facendo esperienze, perché al pensiero di avere dei figli un giorno, avrei voluto trasmettere ciò che avevo conosciuto empiricamente e non quanto trasmesso da religioni o dai miei genitori. Ovviamente forse non avrò mai dei figli, ma ho fatto dell'esperienza la mia chiave di apprendimento.... E così da allora sono passati quasi 5 anni e piano piano ho trasformato sempre più la mia vita a tal punto che oggi è abbastanza simile a quello che nella mia testa doveva essere. Un lungo preludio, un lungo respiro trattenuto per risalire a galla oggi e vedere dove sono finita.
La sensazione è di essere arrivati sotto la stella polare a forza di camminare, e di non sapere più dove andare ora o forse di avere perso il punto di riferimento.
La verità è che forse le regole che avevo scelto e usato come bussola per arrivare sino qui hanno funzionato perfettamente ma ora non mi bastano più.
Sto cercando un mestiere e un canale di comunicazione, ho una vita privata che funziona e una certa forza interiore che però ora non è più sufficiente.
Le sfide si fanno più grandi e i rischi molto maggiori.
Ho compreso con chiarezza che una volta raggiunti gli obiettivi uno è pronto e maturo per fronteggiare sfide sempre più impegnative e rischi sempre più estremi.
Sono convinta che i rischi che prendo ora sono molto più alti di quelli che abbia mai preso in vita mia... O in realtà non mi rendo semplicemente conto che ora sono più forte e che li posso fronteggiare.
Entro in un nuovo ciclo della mia esistenza esattamente come cinque anni fa: sento che si muove qualcosa dentro e ho perso di nuovo l'orientamento.
Stanotte guarderò il cielo finché non troverò nuovamente la mia nuova stella polare... sono pronta per saltare nel vuoto e provare a sbattere le ali... forse so volare.